La Valle del Casentino è nota in tutto il mondo per la fabbricazione del cosiddetto “panno grosso” o Panno Casentino, ottenuto dalla lavorazione della lana proveniente dalla tosatura di pecore della zona. La tradizionale produzione ha origini fin dal XIII secolo, operata con metodi dell’epoca. Il panno fu molto apprezzato fin dall’inizio: la grande resistenza alle intemperie e all’usura rendevano questo tessuto indispensabile per chi si spostava e per chi trascorreva parte della propria vita all’aperto.
Il Panno Casentino è un tessuto doppio strato, molto funzionale, antipioggia ed antifreddo, ottenuto dopo complesse procedure di rifinizione, che attribuiscono al tessuto il tipico “ricciolo”. Le caratteristiche del Panno Casentino offrono un elevato livello di isolamento termico ed un’ottima traspirazione del corpo umano.
In Casentino la lavorazione della lana viene operata fin dalle epoche etrusche. A partire dal XIII secolo al Palagio di Stia furono prodotti tessuti e Panno Casentino per i padri di Camaldoli e per i frati della Verna. In epoche successive i fiorentini conobbero le peculiarità di tale tessuto, e ne allargarono la diffusione, sia per coperte da cavalcatura, sia come tessuto per cappotti, soprabiti, e quanto altro possa contrastare il freddo le intemperie.
Personaggi illustri come Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini indossarono il Panno Casentino, oltre al Barone Ricasoli, i cui principali capi d’abbigliamento erano cappotti a doppio petto molto eleganti, con taglio di alta sartoria.
Il Panno Casentino giunge quindi ai giorni nostri: designer e stilisti di fama mondiale diffondono in ogni dove questo tessuto dalle tradizionali tinte pastello, così esteticamente gradevole quanto utile e prezioso.